L'articolo è un pò fuorviante e volutamente provocatorio.
Io lavoro in questo campo e cercherò di spiegare brevemente la cosa, che non piace tantissimo nemmeno a me, ma ha i suoi lati positivi.
Allora, i meccanismi flessibili previsti da Kyoto sono due: JI e CDM. Te li descrivo uno per volta. Iniziamo dai JI.
JI è la sigla che indica progetti sviluppati all'interno dei paesi Annex I (quelli che hanno ratificato Kyoto e che hanno limiti di emissione annui: le quote). Se un paese Annex I sviluppa e porta a compimento un progetto in un altro paese Annex I, dimostrando (con delle metodologie accettate a livello internazionale e riportate sul sito www.unfccc.int) che quel progetto ha ridotto le emissioni del paese ospitante, le quote corrispondenti alla riduzione di emissioni vengono tolte al paese ospitante e date al paese proprietario del progetto.
CDM è la sigla che indica i progetti sviluppati e portati a termine da paesi Annex I in paesi che non fanno parte dell'Annex I ma che hanno ratificato il protocollo di Kyoto (tipicamente paesi in via di sviluppo). Il concetto è più o meno lo stesso. Un paese Annex I sviluppa e porta a termine un progetto in un paese non Annex I. Dimostra di aver ridotto l'emissione del paese ospitante (e anche di aver promosso lo sviluppo sostenibile del paese ospitante, cosa già più complessa) e si ritrova in tasca un tot di quote di emissione in più. Questo tipo di meccanismo flessibile serve sia al paese che fa il progetto (che ottiene delle quote di emissione) sia al paese ospitante (perchè con le tecnologie e i fondi di paesi sviluppati si possono portare a termine progetti sostenibili: è più costoso e difficile fare una centrale termoelettrica di una a carbone!).
Detto questo, mi sembra il caso di accennare anche ad un'altra cosa prevista dal protoccollo: l'emission trading. Ogni paese Annex I si è imposto una certa riduzione di emissioni di gas ad effetto serra. Questo significa che i governi di ogni paese rilasciano ai vari settori industriali (e, in particolare, ai vari impianti) un tot di quote di emissioni. Queste quote definiscono la quantità massima di emissione che l'impianto può avere in un anno. Se l'impianto riesce ad emettere di meno, essendo di sua proprietà le quote, le può vendere ad altri impianti che invece non riescono a rispettare i propri limiti. Il bilancio complessivo è dunque nullo.
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